I mastri bottai

Anno 2016 – Tra il XII e XVI secolo la vinificazione e la conservazione del vino avveniva in botti e tini costruiti con doghe di legno legate insieme da numerosi cerchi.  L’utilizzo della botte era legato principalmente alla facilità di trasporto, grazie alla maggior sezione del cerchio mediano rispetto alla base ed al coperchio, che consente sia di farla rotolare che di farla ruotare agevolmente. Fin dal medioevo nella nostra zona anche il più piccolo contadino possedeva un piccolo pezzo di terra per la produzione di vino. Dopo la vendemmia il vino ottenuto poteva essere venduto sul mercato come novellus o conservato nelle botti di legno che venivano riposte in cantina. Prima della raccolta dell’uva, tuttavia, i contadini avevano molto da fare: si dovevano preparare i contenitori vinari o acquistarne di nuovi, stringere i cerchi, rinnovare le doghe alle botti, sistemare secchi e gerle. Risulta evidente che la figura del “mastro bottaio” era fondamentale per la vita quotidiana di ogni famiglia. Quest’anno la Contrada Botteghe vuole rappresentare questa antica arte che era una vera e propria catena di montaggio.

Il tutto partiva dalla scelta dei legni più pregiati, quali quercia, noce o castagno. Con la giusta materia prima si poteva procedere alla lavorazione, iniziando a costruire le botti e piegare i listelli. Successivamente si procedeva alla fabbricazione vera e propria della botte, con un procedimento lungo e laborioso. Tutto il lavoro avveniva tramite l’utilizzo di rudimentali attrezzi come martelli fatti con i tronchi e cunei di ferro, ma anche con attrezzi specifici come la “colomba“,una grossa pialla da banco, o la “cagna“, utilizzata per allargare i listelli ed inserire il tappo. Tutto ciò era una prevalentemente un lavoro maschile ma nonostante questo anche la figura femminile dava il proprio contributo attraverso la fasciatura dei cerchi di legno con filo di canapa. Ancora oggi questa antica arte permette di realizzare i contenitori per trasportare o conservare vini e liquori di qualità. Per questo amore che circonda la produzione (ed il consumo!) di vino, la Contrada ha presentato questo tema all’interno della sfilata 2016.